Ritmo e Proporzioni: Come il formato influenza la fotografia

Ammetto che l’argomento di questo articolo non è dei più semplici da affrontare, in quanto attinge dall’esperienza personale di un fotografo.

Ma, come sempre, ci provo portandoti la mia esperienza.

Mi sono reso conto che la scelta della proporzione di un frame porta con sé degli effetti visivi importanti ed è strettamente legata alla tipologia di macchina fotografica che si sta utilizzando.

Attualmente, ho una macchina medio formato che scatta in 4:3, mentre in passato ho sempre scattato con reflex che presentano una proporzione di 2:3.

Quella che può sembrare una piccola differenza in realtà cambia completamente l’immagine.

Permettimi di fare una riflessione “tecnica” prima:

Il formato 2:3 è quello più vicino alle proporzioni della pellicola analogica tradizionale, il classico formato del reportage.

Esiste anche il 16:9, più stretto e lungo, usato nel cinema.

Ho accennato che queste diverse proporzioni influiscono notevolmente sull’aspetto visivo delle immagini, ma in che modo possono influenzare l’atmosfera della fotografia?

Guarda come cambia un’immagine scattata in 4:3 quando la si adatta a 2:3.

Si tratta di una fotografia che ho scattato in Basilicata.
Al di là della semplice osservazione: “manca un pezzo sopra e uno sotto”.
Guarda l’estetica dell’assenza di queste porzioni, cosa comunica questa mancanza?

Uno dei motivi che mi ha spinto a passare al formato 4:3 è stato il bisogno di rallentare il ritmo delle mie fotografie e il ritmo con cui andavo a scattare.

Con la mia reflex, il mio approccio mi portava a consumare rapidamente la scena, reagendo con prontezza a qualsiasi situazione.

Passare a una macchina a medio formato ha cambiato il mio modo di lavorare e di stare sulla scena, proprio grazie al sistema più lento, banalmente anche nella messa a fuoco, costringendomi anche a sviluppare una relazione diversa con il soggetto.

lo stesso principio vale per chi usa le mirrorless dotate di specchio inclinato.
Ti permettono di guardare direttamente il live view senza portare la camera agli occhi, questo cambia completamente i tempi all’interno di una scena e la relazione appunto con il soggetto.

Quindi:

È lo strumento che abbiamo in mano ad influenzare la nostra velocità di esecuzione.

Per evidenziare ulteriormente questo concetto, guarda la differenza tra il 4:3 e il 16:9

Nel primo caso lo spazio aggiunto alla scena, la rallenta.
Mentre nel secondo, che comprime l’immagine, genera una sensazione di movimento.
La percezione dello spazio conferisce più o meno respiro, traducendosi in velocità o lentezza.

Concludo invitandoti a sperimentare con le tue immagini.
Chiediti prima di tutto: “Sono un fotografo più dinamico o tranquillo?”

Inizia a far sposare alla tua estetica anche la proporzione del frame.
In questo modo, inizierai a osservare non solo il tuo lavoro, ma anche quello degli altri con occhi nuovi.

A tal proposito, ogni venerdì, i membri della Rubrica del PerCorso ricevono una newsletter con informazioni su mostre, lavori di grandi artisti di rilievo e fotografie di talenti emergenti.

Ti consiglio di esplorare e scoprire questi lavori, cercando di destrutturare il loro linguaggio facendo caso anche alla scelta del formato delle loro immagini.

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Alla prossima,
Luciano